Last Days of Summer

Last Days of Summer
foto di Marìka Poulain

martedì 18 marzo 2014

Stelle



di Philgrim

Sono le 4 e la festa è finita, tocca tornarsene a casa. E' una notte come tante eppure nell'aria qualcosa è cambiato. Il nuovo anno ha portato nuova linfa. Alla radio passano "Asleep" degli Smiths, come se qualcuno sapesse esattamente di cosa ha bisogno Philgrim mentre la sua auto è l'unica cosa a muoversi nella Città.
La nebbia, immancabile compagna di questa valle, avvolge tutto con la sua patina.
Tutto è ovattato. I lampioni appaiono e svaniscono dopo pochi metri, i suoni esterni sembrano così distanti, indistinti. Pare di trovarsi su un altro mondo. Una realtà aliena, una di quelle robe che Phil ha sempre sognato da bambino. Un non luogo dove poter sognare di trovarsi altrove. Gli incroci si susseguono, identici, uno dopo l'altro. Il deserto. Nessuno è in giro e solo così questa Città sembra davvero appartenergli, riempiendosi delle immagini della sua mente, dei suoi ricordi.
Le persone incontrate, soprattutto quelle perdute, affollano i marciapiedi della sua vita. Un dettaglio lo coglie impreparato e lo sorprende.
Il semaforo è rosso.
Come può? Non dovrebbe esser inattivo a quest'ora? L'auto si ferma, scendono i giri del motore e Phil ha l'occasione per guardarsi in giro con più calma, di sentire davvero il momento presente. A sinistra la strada lo porterà a casa, nella quale non rimette piede da almeno una settimana. A destra si va verso il monte sulla cui cima sta l'antica abbazia. E' in un attimo che tutto avviene, stravolge i suoi piani per questa notte. Casa potrà attendere ancora per qualche ora.
Svolta a destra ed inizia a salire il monte diretto alla panoramica. Deserto anche qui.
Possibile lui sia l'unico ad aver bisogno di pace in una Città del genere?
Difficile crederci, ma è meglio così.
Più spazio per tutti i suoi sé. Per un po' resta in macchina, al caldo, a fissare gli oscuri contorni delle montagne sull'orizzonte. Della Città non c'è traccia, sepolta sotto una coperta di nebbia.
Lo spettacolo è surreale, ma in qualche modo rispecchia proprio lo stato d'animo in cui Philgrim si trova.C'è una quotidianità ormai stantia, così uguale a se stessa da risultare opaca e piatta proprio come questa nebbia dove vive. Poi le montagne, lontane, quasi indistinte nell'oscurità: i sogni di un ragazzo che ha dovuto piegare la testa alle necessità della vita, per poter andare avanti e non perdersi, ed ora non riesce più a distinguere chiaramente il sentiero sul quale si trova.Sopra tutto questo le stelle, limpide e fredde, tanto lontane quanto pungenti. I sogni di un bambino che non accetta la sconfitta e che continua a desiderare ardentemente come se non potesse altrimenti vivere. Forse la vita è un gioco a perdere, ma senza emozioni, senza la forza motrice dei sogni è come se tu non stessi neppure partecipando.
Come ha fatto Phil a finire così lontano da quello che era qualche anno fa? Qual è stato il primo masso a cedere e provocare la frana che l'ha sepolto? Troppi pensieri per una sola testa ed un solo cuore, ma la solitudine gli ha insegnato che questi due sono gli unici compagni di viaggio che non lo abbandoneranno mai.Improvvisamente una nota storta lo riporta indietro nel presente.Come può una radio che si definisce rock passare questa roba? Quanto diamine di potere hanno i soldi in questa società, rispetto a ciò che davvero conta?Infastidito Phil spegne tutto ed esce dall'auto.Il freddo lo colpisce al viso come lo schiaffo della persona amata. Fa male, ma non è crudele; è anzi necessario.Ci voleva. A lui piace il freddo.
Molti suoi amici non lo capiscono.
“E' una questione di percezione” è la risposta che gli piace dare. Così non è costretto a mentire, ma può benissimo tenersi la sua parte di verità tutta per sé.
“Immagina di stare in un posto caldo e vedrai che non sentirai più il freddo”.
Probabilmente è questa la percezione che intendono i suoi amici; niente di più lontano dalla sua realtà.
Percepire non è una questione di testa, ma di cuore. Rifugiarsi dentro se stessi per cercare quel calore di cui si ha bisogno. I ricordi e le speranze sono il fuoco più ardente a cui Phil possa attingere e lui lo fa in continuazione. Il pizzico del freddo gli ricorda che è ancora vivo, che c'è ancora molto da fare prima di arrendersi. Il calore interno gli dà la forza di resistere.
Nel frattempo impara a bastarsi. Gli piace molto quest'espressione, la sente sua. Era stata Benny a dirlo, una tipa conosciuta da poco, ma è come se conoscesse il significato di quelle parole da sempre. Ha preso coscienza di bastarsi da diverso tempo, pur mantenendo inalterata la ricerca di qualcuna che possa comprendere i suoi sguardi senza bisogno di parole.Una situazione di equilibrio precario; uno di quei labirinti in cui se smetti di muoverti poi ti sarà impossibile ricominciare.
Così, nel freddo della notte, si stende sul cofano perdendosi fra le sue stelle.

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