Last Days of Summer

Last Days of Summer
foto di Marìka Poulain

martedì 18 marzo 2014

-La strada dai Lampioni rotti-


         








    -Testo di Rumigal
                                                       
      -Tutte le foto sono di Marìka Poulain-
                                                             
       -Musica di Kenzo de la Vega



Nessuno in giro, a quest'ora, lungo la strada dai lampioni rotti. Andy ricomincia a camminare,
sorridendo, ancora affannato per essere arrivato sin li correndo come un pazzo, tra gli sguardi
incuriositi della gente, ma a lui non interessa più niente ormai, sa cosa deve fare.

Ricomincia a camminare, dopo aver ripreso un po di fiato,
 e il primo lampione si riaccende appena si muove. Non aveva mai capito perché quello stupido lampione si accendesse e spegnesse al
passaggio della gente, come fosse una sorta di segnale che qualcuno era li, e continua, sorridendo,
guardando davanti a se e vede quella strada riempirsi di immagini, di ricordi, come fosse un grande
palcoscenico.

Corre accanto al sorriso di Carrie sporco di gelato, sulla panchina dove si sedevano per guardare le
vetrine dei negozi e la gente passeggiare...Passa davanti a loro due che danzano al suono della
chitarra di un musicista di strada ed Andy, correndo, non si accorge della stanchezza che inizia a
raggiungerlo, le prime rughe che spuntano mentre ripensa a come tutto si sia rovinato cosi in fretta,
per un banale litigio, nonostante avessero giurato di amarsi in eterno.
Scaccia quei pensieri orrendi per qualche secondo, giusto il tempo di vedere nel cielo i fuochi
d'artificio nel cielo di quel giorno, quando andarono a vedere il Capodanno cinese in Piazza del
Popolo e si erano stancati, perché non finivano più, li guardavano esplodere tra le prime stelle della
sera. Ricorda la sera in cui era andato via, stanco di chissà cosa poi.
C'erano cosi tante cose che lo facevano arrabbiare, a quel tempo. E la cosa strana è che ci aveva
messo anni, per capire che nulla importava davvero.



La rabbia lo aveva dominato cosi a lungo che
aveva finito col perdere tutto. Aveva abbandonato sua madre colpevole di non averlo amato come
lui pensava di meritare. Aveva perso il suo lavoro. E aveva perso gli amici.
Corre per tornare da lei, lungo quel viale pieno di ricordi, mentre i suoi capelli si fanno bianchi,
come la neve che non arrivava mai in Città, e poi cadono, la stanchezza che aumenta mentre si
avvicina e pensa a come sia triste, in questa vita, sprecare cosi tanto tempo.
Perdere anche solo un giorno perché si è stupidi, perché si va di fretta e non si ha tempo di pensare,
o forse molto semplicemente non si vuole farlo, perché ti renderesti conto di quanti siano i tuoi
sbagli.
Andy corre sotto i lampioni che alternano luce e buio, e scaccia una lacrima, al ricordo di lei che
piange, e poi se ne va, trovando la sua felicità con qualcun altro.
Le cose vanno talmente in fretta, in questo mondo, ed ora che sta per arrivare da lei sente la sua
pelle ritirarsi, le sue ossa iniziano a far male, e rallenta un po' il passo, giusto un po, giusto quel
poco per permettere ad un vecchio come lui di prendere un po' di fiato.
Guarda davanti a se, sembra tutto cosi strano.
Riprende il cammino, e non ha la più pallida idea di cosa le dirà. Forse basterà, ammettere di aver
sbagliato? Sarà abbastanza?
Ma poi sente il suo cuore accelerare, mentre il suo passo rallenta. Si ferma, e guarda lontano, la
strada sembra cosi lunga, e lui ormai è diventato cosi vecchio.
Cade sulle ginocchia, si porta una mano al petto. Sta morendo, pensa, con un ghigno agrodolce nel
volto, scavato dal tempo.
Si è mosso troppo tardi. Ci si muove sempre troppo tardi. Ha sempre pensato che in punto di morte
si veda, o percepisca qualcosa. Che ci sia un Dio, o la Morte con la sua falce.
Invece, sembra non ci sia niente, alla fine.

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