Last Days of Summer

Last Days of Summer
foto di Marìka Poulain

martedì 15 aprile 2014

/At the Groove/ - La Spirale



-One Fine Day-

-testo di Rumigal
-Illustrazione di Sabrina H. Dan
-Musica degli "Alice in the Cruel Sea"




"Ohi, Jhonny! Ma è vero che hai smesso di bere?" fa la barista del Groove quando li vede al bancone, Morgan e Jhonny.
"Già. Ho chiuso con l'alcol."
"Naaa, non ci credo neanche morta!" fa lei ridendo e servendogli il succo all'ananas.
"Dai, è imbarazzante." fa Morgan, con il suo Negroni in mano.
"Non rompetemi le palle, dio santo."
Si alzano e vanno a sedersi sulla destra, rispetto al palco. Stasera suonano gli "Alice in the Cruel Sea" un gruppo che piace molto a Miki. Però lei non c'è.
"Ma gli altri? Non vengono? Non ho neanche sentito nessuno, pensavo di trovare tutti qui." fa Morgan, guardandosi attorno.
"Non ne ho idea. Jack ha detto che sarebbe passato più tardi, mentre Miki non l'ho sentita neanche io, ma immagino arriverà anche lei."
Il locale piano piano inizia a riempirsi e le bottiglie e i bicchieri a svuotarsi. Jack in effetti arriva, ma va dritto dalla barista, di cui è innamorato pazzo da quando l'ha vista la prima volta. Lo guardano e ridono, pensando a quale battuta idiota starà facendo per attirare la sua attenzione.
"Ma non ha ancora capito che non gliela darà mai?" fa Jhonny.
"Jack punta sempre in alto, lo sai. E scommetto una cassa di Menabrea che prima o poi riuscirà a scoparsela" fa Morgan.
Jhonny ci pensa un attimo.
"Ok". Tende il bicchiere col succo di ananas, per suggellare il patto.
"Santo dio, che vergogna", fa Morgan, toccandolo col suo.

"Yo!" grida Lobo, col suo vocione che fa girare tutti nel locale. "Ancora non hanno iniziato a suonare?"
"No, ma credo manchi poco." fa Morgan, allungando una sedia.
Lobo si siede, le gambe divaricate che sembra una sorta di imperatore.
"Cristo, che settimana, ragazzi. Non ne avete idea!"
"Ehy, dude, vuoi una birra?"
Si voltano tutti verso Ray, il leader dei Sick'n'Beautiful, il gruppo dove suona anche Lobo.
"Si, grazie!"
"Ma quindi? Che ti è successo?" fa Jhonny.
"Troppo, vi giuro. Troppo. Sapete, quando magari incontrate uno stronzo... va bene. Uno sopporta. Poi ti compri un PC nuovo e si rompe la scheda video dopo neanche dieci minuti che l'hai acceso. Va beh, capita. La gatta inizia a cacarti dentro casa senza alcuna ragione? Ok, sono animali.
Ma Cristo di un dio, è quando comincia a capitarti tutto assieme che ti viene solo da bestemmiare tutti i santi del creato e iniziare a menare gente random, per la miseria."
"Ah ah, assurdo. Ma invece il vostro album? Quando esce?"
Lobo si volta verso Morgan. Lo fulmina con lo sguardo.
"Sei mesi fa. Per Dio, sarebbe dovuto uscire sei mesi fa."
E poi non dice altro.
La quantità di sfiga che i Sick sono riusciti a superare nel corso degli ultimi mesi è stata tremenda. Pc rotti, hard-disk che si fondevano, internet che spariva dalla saletta quando dovevano trasferire alcuni dati. E' un miracolo se nessuno della band abbia deciso di dare fuoco a qualcuno per invocare i favori del demonio.
"Non voglio sapere più niente, vi giuro. Non ho idea di quando uscirà il nostro album, e per qualche giorno non voglio saperne un cazzo di niente e nessuno. Chiaro?"
"Chiaro!" gli rispondono in coro Morgan e Jhonny. E poco dopo, gli "Alice in the Cruel Sea" salgono sul palco, e iniziano a suonare.



Nel locale scende il silenzio e tutti se ne stanno in ascolto delle dolci note pizzicate.
Morgan si guarda attorno. Fa un cenno con la testa a qualcuno che in realtà non ricorda neanche chi è.
La voce di Sara, la cantante, avvolge l'intero locale, come fosse un manto con cui coprirsi perché fuori fa troppo freddo, fuori da questa dimensione dove gli "Alice in the Cruel Sea" ti conducono  con le loro note.
"Ditemi quello che vi pare," fa Morgan, "ma quando in un gruppo c'è una ragazza con un'arpa, per me ha già vinto tutto."
"A te basta che ti ricordino Joanna Newsom e sei felice" gli fa Jhonny ridendo.
Lobo, con lo sguardo rilassato, segno che ha smesso di pensare alla settimana di merda che ha avuto. Lobo è una di quelle persone capace di godere della vita senza il fardello della preoccupazione. Per certi versi, sembra uscito da un cartone animato, e il fatto che indossi dei finti dread verdi fosforescenti non aiuta di certo a prenderlo sul serio. Sa ridere delle proprie disgrazie cosi come sa ridere delle disgrazie altrui, e nessuno ricorda di averlo mai visto incazzato per qualcosa. A parte quella volta che una vecchia iniziò ad insultarlo per strada perché diceva lui e alcuni suoi amici occupavano tutto il marciapiede. Quando lei lo mandò a fanculo per la terza volta, lui si voltò verso di lei e le gridò: "Ma va a viaggià!"
Questa è stata l'unica volta in cui qualcuno abbia mai visto Lobo incazzato.
Cosi, adesso, con lo sguardo rilassato, sussurra, "Ma voi mi spiegate come fa la gente a stare incazzata, ad essere depressa, quando c'è roba come questa?"
Probabilmente il suo segreto è questo. Riuscire a guardare le cose in maniera diversa da tutti. Non ciò che manca, ma ciò che c'è, che è qui, adesso.
Ad un tratto, dalla voce di Sara, sul palco, giungono queste parole.
"Talkin' about eternity scares me"
Morgan ripensa allora alla discussione avuta con Arthur, a pranzo. Alle infinite chiacchierate con Jhonny, magari seduti alla fine della Strada che non porta a nulla, con la sola compagnia di qualche bottiglia di troppo, quando ancora lui beveva. Per certi versi, sembrano passati millenni, per certi altri sembra invece che sia accaduto tutto pochi secondi fa.
Finisce il suo Negroni e si alza, per andare a prendere qualcos'altro al bancone. Jack è seduto da solo, la barista che se ne sta accanto alla cassa, a messaggiare.
"Ohi Morgan."
Morgan lo guarda, poi guarda la barista. "Farai meglio a impegnarti per scopartela, sono stato chiaro?"
Jack sorride e solleva leggermente la sua birra.
"Che hai fatto oggi?"
"Sono stato ad un colloquio di lavoro, per un negozio al centro commerciale" fa Jack.
"Dal tono direi che è andato male."
"Diresti bene. Mi hanno detto che 'mi faranno sapere'."
"Dovresti andare a lavorare anche tu al GameSource, come Nadia. Porta il curriculum, no?"
"Naaa, se posso evitare di andare in quell'inferno, sono contento. L'altro giorno siamo usciti, Nadia mi ha raccontato un po delle cose che gli capitano. Assurdo, davvero. Roba da tirare badilate in faccia ai clienti."
"Ah ah si, ha raccontato qualcosa anche a me. Dovrei chiamarla, tra l'altro, non la sento da un po."
"Ma come va con lei? Ti viene ancora dietro?"
Morgan e Nadia erano stati assieme per un po, circa un anno, quando erano al liceo. Poi Morgan aveva deciso che non voleva più stare con lei, e l'aveva lasciata. Ma erano rimasti amici. Questa ovviamente è la versione semplice.
La verità è che Nadia non aveva mai smesso di sperare di tornare con Morgan. Era stata con altri ragazzi dopo, ma sapevano tutti che sarebbe bastato uno schiocco di dita da parte sua, per farla tornare strisciando.
Jack gli ripete sempre di approfittarne. "Potresti scopartela a comando e ti sarebbe anche grata. E se anche ci restasse male, poi lo supererebbe. Mica la devi uccidere in fondo."
Però Morgan non ha mai voluto saperne.
"Immagino di si."
"Sai cosa ti consiglio di fare allora."
Morgan sorride. "Pensa a scoparti la barista, che altrimenti mi devi una cassa di birra."
"Che cassa di birra?"

Jhonny si guarda attorno. Miki non si è vista.
Ultimamente loro due parlano parecchio di questa Città e di cosa dovrà succedere nei prossimi anni. Hanno entrambi deciso che qualunque cosa succederà o non succederà, dovranno andarsene. Aspettare che le cose cambino da sole infatti non è più possibile. In alcuni momenti, Jhonny e Miki hanno la sensazione di trovarsi accanto ad una linea, la linea che separa il subire la vita o riuscire a domarla. Il problema è che a seconda dei giorni e dell'umore, è difficile capire da che parte della linea si trovino.
Molte delle persone intorno a loro stanno cambiando, vanno avanti con le loro vite. Persino il Volgare, per quanto assurdo possa sembrare, sta iniziando a cambiare qualcosa. Loro invece hanno questa strana sensazione di essere bloccati sulle soglie di un deserto.
Qualche sera fa, Miki ha detto che gli capita di ripensare a Louis, il suo ex.
"A volte mi viene voglia di chiamarlo, e tornare con lui. Poi non lo faccio, né credo lo farò mai. E' una storia chiusa in fondo. Credo sia l'idea di trovarsi davanti a tutto ciò che ci aspetta e non sapere cosa sia. Se andasse peggio di cosi? A quel punto, sarebbe stato meglio restare con lui, godermi quel briciolo di sicurezza che potevo trovare. L'unica cosa che cerchiamo tutti sono delle certezze, se scavi a fondo."
Ma Jhonny invece non lo pensa. Non è una certezza quello che cerca. Perché diamine, cosa c'è di più certo di questa Città? Passare tutti i giorni che ti restano sapendo che non succederà nulla di grosso, e le tue aspettative diventeranno sempre più piccole come i tuoi sogni. Finché la tua vita sarà insignificante cosi come l'idea che hai del mondo che ti circonda. Una spirale. Questo è ciò che Jhonny vede davanti a se, quando è notte, quando è da solo e pensa. Una spirale al cui centro c'è una famiglia felice e un contratto a tempo indeterminato.
"Ehy Jhonny!"
Si volta verso la voce di Morgan.
"Qui hanno finito. Pensavo di fare un salto alla fine della Strada. Jack ha un po di fumo."
"Si, perché no?"
"Solo che devi guidare tu, che i due Negroni si fanno sentire."
"Ah, il solito sfruttamento di chi non beve più."



Nessun commento:

Posta un commento